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IL RAGIONIERE DELLO STATO MONORCHIO, INTERVISTA ESCLUSIVA PER GAZZETTA DEL SUD

16 dicembre 2021 Nessun Commento

È stato e rimane un nome storico della Repubblica Italiana. Una carica importante dello Stato che ha svolto un lavoro prestigioso con grande umiltà. Questo fa di lui la persona straordinaria che è, un uomo che ha portato avanti, con forza e determinazione, ogni impegno.

Ha conosciuto ed è stato accanto a molti presidenti della Repubblica a partire da Sandro Pertini e fino a Mattarella  ricevendo da tutti fiducia per le sue brillanti qualità tecniche ed umane che parlano di lui in Italia e all’estero.

Accanto a Ministri, senatori e deputati, rappresenta la memoria storica di una Italia che è cambiata nel tempo.

Economista, professore universitario per chiara fama, autore di testi e pubblicazioni. Presidente  di Consap e di Infrastrutture SPA è stato componente di comitati internazionali e nazionali, uomo vicino alla Calabria e consulente della Regione con l’allora presidente Agazio Loiero.

Professore presso le università di Genova, Parma e di Roma è stato anche docente presso l’Accademia della Guardia di Finanza e la Scuola superiore della pubblica amministrazione  regalando agli studenti ottimismo e slancio durante il delicato momento della formazione.

Un uomo sensibile tanto da concludere presto le sue cene per non far fare tardi alla scorta.

Questo è il professore Andrea Monorchio, il Ragioniere Generale dello Stato che sa tornare con emozione al passato dove singoli momenti di vita fanno brillare gli occhi.

Figlio di Santo, maresciallo maggiore dell’esercito e di Domenica Cozzupoli, insegnante, Andrea vive una infanzia semplice e felice  nella sua Reggio che tanto ama e che sempre porta nel cuore.

Quel mare e quella luce non sono mai tramontati dalla sua mente ovunque egli si sia trovato e si trova. Un legame profondo, vero e vivo come quello che ha nei confronti della sua famiglia.

“Siamo quattro figli, dice, Antonino, Paola, io e Domenico, il mio gemello che persino mia mamma confondeva tanto che un giorno ho ricevuto una tiratina di orecchie al suo posto!”.

Il matrimonio è stato celebrato nel 1937 da don Gaetano Catanoso, poi proclamato Santo da Giovanni Paolo II. “Anche io ed i miei fratelli, dice, siamo stati battezzati dal Santo prete”.

Andrea vuole seguire la carriera militare del padre ma poi, “nell’attesa, appena diplomato,dice, ho tentato un concorso nel Corpo Forestale. L’ho vinto ma nonostante ciò ho partecipato ad un altro come tecnico al Comune di Reggio”.  Andrea Monorchio risulta primo. Aveva 19 anni.  “Una grande gioia, dice, sia per me che per la mia famiglia”:

intanto non si ferma, si iscrive in Economia all’Università di Messina e tenta un altro concorso. Stavolta alla Direzione Generale dell’Anas come Capo Reparto. Anche questo l’ha vinto.

Il tempo passa, Andrea si laurea  e poco dopo decide di partire verso Roma. Valigia alla mano abbraccia i suoi cari quasi a voler portare con se la loro stessa presenza.

Lentamente scende le scale. Poi alla stazione. All’ultimo binario c’è il treno che lo porterà nella capitale. Ha 24 anni ed inizia la sua avventura nell’Anas. Nonostante le soddisfazioni Andrea non si ferma. Nel 1968 partecipa al difficilissimo concorso per entrare nella Ragioneria dello Stato.

Solo, a Roma con la sua preparazione e con se stesso, il giovane partito da Reggio spiazza tutti: vince brillantemente la selezione ed eccolo al corso nella Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione di Caserta.

Ammirato dai colleghi diventa punto di riferimento per tutti. Andrea non si inorgoglisce. In lui vince sempre l’umiltà.

“Subito dopo – dice – ,mi hanno inviato all’Ispettorato generale del bilancio”. Un duro lavoro, complicato ma non per Andrea, il giovane reggino stimato da tutti e conosciuto da molti perché in ufficio arrivava sempre in anticipo e se ne andava per ultimo. Persino di notte, quando serviva, Andrea era dietro la scrivania.

“A capo di questo ufficio, dice carico di emozione, c’era l’ispettore generale Fernando Nascetti, un uomo incredibile ed indimenticabile. Molto capace e sbalorditivo. Mi ha insegnato molte cose”.

Dopo di lui subentra Giovanni Ruggeri. “Un uomo che non posso dimenticare, dice il professore Monorchio perché fu proprio lui a chiedermi di fare un decreto assai complesso”. E proprio da qui inizia il suo successo.

Si trattava di una proposta del Ministro del Tesoro da sottoporre al Consiglio dei Ministri per poi essere firmato dal Capo dello Stato. Bene, su quei fogli rilegati con il nastro tricolore nessuno ha aggiunto o tolto una virgola.

“Santro Pertini, dice emozionato Monorchio, lo firmò. Un successo, vero, e non posso nascondere la mia gioia per l’accaduto”:

Questo decreto non è passato inosservato e molti si chiedevano chi fosse quel giovane che, a norma di legge, scrive ed articola così bene. “Ruggeri, dice il professore, non molla questo giovane calabrese, anzi mi valorizza al massimo. Così mi nomina capo della segreteria, nonostante io avessi detto di no perché amavo fare altro”. Ma Ruggeri è perentorio: “lei viene con me e si interesserà di cose importanti”.

E così è stato. Monorchio si fa strada. “All’inizio mi tremavano le gambe per i carichi di lavoro e per le enormi responsabilità ma poi mi sono abituato”: In molti lo conoscono e chiedono pareri. È uno studioso. Non si ferma al punto ma va sempre avanti. Giovane e carico di forza si tuffa nel problemi più complessi e li risolve, uno per uno.

Il tempo passa. Andrea si sposa ed ha tre figli: Anna Maria, Giandomenico ed Elena.

Ad un certo punto ecco un’altra grande novità nella carriera di Monorchio. Ruggeri gli dice “ho parlato con il Ministro e lui con il Presidente del Consiglio Bettino Craxi e con Giuliano Amato perché al prossimo Consiglio dei Ministri lei sarà nominato Ispettore Generale Capo”.

Una notizia che Monorchio non si aspettava. “Mi batteva il cuore, dice, anche perché non solo non me lo aspettavo ma l’impegno era molto gravoso”.

Il suo nome corre veloce per l’Italia e non solo. Viene nominato professore universitario per chiara fama all’Università di Siena. Insegna anche a Genova, a Parma a Roma, alla Luiss discipline economiche e della finanza pubblica.

A Sassari ottiene la laurea Honoris Cause in giurisprudenza e per l’occasione il presidente della Repubblica Francesco Cossiga gli fa pervenire una lettera molto emozionante.

Cossiga, era molto simpatico, dice il professore, tanto che ogni volta che lo incontrava o mi invitava a pranzo mi diceva: “ Monorchio tenga queste mille lire firmate da me e cerchi di snellire il debito pubblico. E poi perché non indossa il distintivo di Cavaliere di Gran Croce? Lo sa che è la massima onorificenza concessa!”:

Il professore ha scritto diversi volumi e tra questi il compendio di finanza pubblica che rappresenta un vero e proprio faro per gli addetti ai lavori tanto da giungere alla ottava edizione.

Intanto Ruggeri va in pensione e il professore Monorchio pensa che forse si poteva riposare un poco ma non è così.

“Era il giorno di San Domenico, dice il professore, ricordo bene così come lo sguardo lieto di Carli che era solito commentare con me i giornali al mattino”.

Guardandolo fisso negli occhi comunica una grande notizia: “Ieri sera ho incontrato il Presidente del Consiglio Andreotti e abbiamo deciso che sarà lei il diciassettesimo Ragioniere Generale dello Stato”:

Parole secche quelle di Carli così come secco è il nodo che si sente alla gola Andrea Monorchio, il ragazzo partito dall’ultimo binario della stazione di Reggio Calabria con la sua valigia in mano e con mille pensieri ed emozioni per la testa.

“Non so descrivere bene cosa ho provato in quel momento: si trattava di una grande emozione”.

Prosegue con intensità  il racconto del professore Monorchio: “Conoscevo bene Giulio Andreotti. Un uomo straordinario per capacità ed intelligenza”. Una mattina riceve una telefonata dalla sua segreteria perchè il Presidente lo voleva con sé alla inaugurazione della fiera di Milano.

Aereo dell’aeronautica, scorta e comunicazioni. Tutto era pronto per volare. E Giulio Andreotti sorridendo dice al professore: “ho voluto che mi accompagnasse non per fare una gita ma perché devo sapere alcune cose”. Monorchio, come nel suo stile, senza appunti trasferisce precise informazioni ad Andreotti il quale memorizza tutto senza poggiare penna su un foglio.

“Sul palco, dice il professore, Andreotti ha evidenziato ogni elemento del nostro discorso senza sbagliare nessuna percentuale. Aveva registrato tutto nella sua mente”.

La bravura di Monorchio ed il suo equilibrio affascinano tutti dalla destra alla sinistra. Così quando è stato nominato Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro ha convocato ufficialmente il Ragioniere Generale dello Stato. “Lei dello Stato sa tutto, ha detto Scalfaro, dia una mano a Berlusconi per le consultazioni”.

Monorchio non solo brillante accademico, componente di diversi comitati, consigliere e presidente di importanti Enti ma soprattutto uomo di grande equilibrio ed onestà intellettuale stimato da tutti per le sue non comuni qualità, eccolo accanto a chi di volta in volta cerca di costruire l’Italia.

Sempre lui è stato l’unico funzionario dello stato a partecipare ai consigli dei ministri.  Amico personale di Carlo Azelio Ciampi, si danno del “tu”:  Con lui, dice Monorchio “ho avuto un rapporto molto bello.  Quando è arrivata la notizia che sarebbe stato il nuovo presidente della Repubblica eravamo insieme. Difficile dimenticare quel momento”:

Il Ragioniere dello Stato, che ha accompagnato l’Italia nell’Euro,  ha avuto rapporti con l’Europa, con gli Stati esteri, con le Ambasciate e con molti personaggi di ogni luogo. Un lavoro impegnativo, carico di responsabilità e anche di pericoli.  Ed è Giuliano Amato a fargli una telefonata particolare “Andrea stamattina cambia strada. Pomeriggio verrà un colonnello dei carabinieri a parlarti”:

Tra le carte delle brigate rosse era stato trovato il suo nome e il suo percorso. Era il 1983.  “Non ho avuto paura per me, dice il Ragioniere Generale dello Stato, ero preoccupato per la mia famiglia”.

Con la scorta per oltre venti anni e ogni sera sempre preoccupato perché gli uomini che lo proteggevano tornavano tardi a casa. Un uomo molto sensibile Andrea Monorchio tanto che durante le cene, quando era possibile cercava di concludere presto perché, dice “quei padri di famiglia avevano diritto a rientrare nelle loro case.  Io spesso mi sentivo in colpa per loro”:

A volte avrei preferito mangiare un panino con l’olio, prosegue, ma “tutto faceva parte di scambio di informazioni e di contatti che servivano per superare problemi”.

Ad un certo punto quando è presidente di CONSAP, si reca dal Capo della Polizia, Gianni di Gennaro e gli dice “ti devo parlare. Per favore toglimi la scorta. Ora voglio vivere una vita ordinaria come ogni cittadino”.

Una persona rara il Ragioniere Generale dello Stato che nonostante il suo ruolo non ha mai prevaricato nei confronti degli altri.

L’altro è colui che va servito e questo ha sempre fatto il giovane partito da Reggio Calabria senza mai cambiare il suo nobile animo. Questo è Andrea il ragazzo pieno di luce e di sogni  che non si è mai stancato perché  capace di restare sempre se stesso. Egli ha saputo dare sempre il meglio di sè, seminando amore e bellezza perché “omnia vincit amor” e la bellezza salverà il mondo.

Vincenzo Malacrinò

pubblicato sullo speciale per Gazzetta del Sud

 

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