PORTO DI SALINE: NUOVE PROMESSE. SARANNO MANTENUTE?
Si sta parlando del porto di Montebello Jonico e sulla necessità di recuperarlo ma pochi stanno insistendo sulla concreta assegnazione della ZES dell’area retroportuale (zona economica speciale) che permetterebbe agli investitori di ottenere numerose agevolazioni fiscali.
“Solo se ci sarà l’assegnazione della ZES si potrà parlare di concreto sviluppo del territorio poiché questa sarà il vero volano di sviluppo.”. A precisarlo è il dirigente del settore tutela del territorio e dell’ambiente della Città Metropolitana Domenica Catalfamo, già assessore regionale alle infrastrutture, pianificazione sviluppo territoriale, con la giunta Santelli, che molto si è spesa sul tema.
Da assessore regionale, infatti, è stata l’artefice della “famosa” delibera dell’agosto 2021 che ha permesso al porto di entrare nel sistema di autorità dello stretto. Delibera poi trasmessa al Ministero delle Infrastrutture e che è passata al Consiglio dei Ministri per poi fare approdare questo porto abbandonato da tutti per anni ed anni nell’autorità di sistema. Era novembre del 2021.
Da qui la possibilità di “cambiare vita” per l’anonima e ormai agonizzante opera. Questo iter gli ha permesso di avere una identità e di poter dunque accedere ai finanziamenti nazionali e ai contributi governativi.
Una grande vittoria come quella seguita sempre dalla Catalfamo per Gioia Tauro che ha potuto contare sul finanziamento di 50 milioni di euro nell’anno 2020 ed in quello successivo grazie alla presentazione delle schede progettuali.
Adesso andrebbe fatta la stessa cosa per Montebello. Vanno presentati progetti e soprattutto è necessario che la politica sia coesa e non dispersiva.
Domenica Catalfamo rimarca “è necessario, ora più che mai, lavorare insieme per far sì che il porto venga finanziato al più presto. Ciò è necessario per la sua rinascita.”
Emozionata ripercorre le diverse fasi che ha seguito per ridare dignità a quell’agonizzante struttura e adesso che ha i numeri per poter contare è necessario, anzi urgente farlo ripartire.
“Però, prosegue, ripeto e ribadisco, senza ZES, non si va da nessuna parte. Questo aspetto è necessario che sia chiaro”. Di fatto è proprio così. Gli investitori sarebbero attirati ad operare nell’area solo se sgravi fiscali ed agevolazioni vanno loro incontro. Altrimenti tutto potrebbe, paradossalmente rimanere come prima.
Ma la Catalfamo va oltre e dice: “l’area ha la vocazione per essere valorizzata dal punto di vista turistico ma il porto potrebbe dare slancio anche dal punto di vista commerciale e della diportistica se si considera che da Reggio a Roccella non ci sono simili strutture. Potrebbe servire alla pesca ma anche essere punto di collegamento turistico con la Sicilia e non solo”.
La dirigente della città metropolitana auspica che “le energia non si disperdano e che vengano spese per cambiare il volto alla struttura portuale che permetterebbe la rivalutazione dell’intera area del basso Jonio. Una giusta ricompensa se si considera che diversi decessi sono passati in silenzio e senza che nessun sogno si potesse realizzare”.
Una ricompensa possibile grazie al lavoro svolto nel passato altrimenti, ancora una volta, il porto di Montebello sarebbe rimasto anonimo tra gli anonimi, mortificato ancora per anni ed anni.
Il paese delle tre ex (ex liquichimica, ex porto ed ex Officine Grandi riparazioni) dovrebbe affrancarsi dalle zavorre ed iniziare a decollare. Perché ciò avvenga è necessaria, come sottolineato dalla Catalfamo, l’assegnazione della ZES.
E perché ciò avvenga è necessario il dialogo tra le istituzioni e il sinergico lavoro verso il bene comune.
È ora di abbandonare il tempo del parlare e di iniziare ad intraprendere quello dell’agire.
Vincenzo Malacrinò
Pubblicato sulla Gazzetta del Sud