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GIOCHI TRADIZIONALI, FOSSATO PRESENTE

19 ottobre 2024 Nessun Commento

Mimmo Pellicanò, Giovanni Dorsetti, Mimmo Ficara, Serena, Mimmo e Ciccio Pellicanò, al Tocatì, Festival Internazionale dei Giochi in Strada, hanno incantato tutti con il gioco di “brigghia”.

L’Associazione “I Fossatesi nel Mondo” presieduta dallo stesso Pellicanò, ha portato con orgoglio Montebello Jonico e l’intera Calabria nel cuore di Verona per raccontare la storia di un antico gioco e in un certo senso “padre” dell’attuale bowling.

Solitamente nove birilli (brigghia), una boccia e una mazza che serviva per colpire la sfera che, a sua volta, veniva lanciata sui bersagli.

Tutto rigorosamente realizzato in legno. Non c’era la plastica. Nei paesi si giocava per strada in un letto di terra battuta.

Adulti e ragazzi si sfidavano in veri e propri tornei e mentre tra le viuzze rintonava il rumore del legno colpito, dopo, spiega Pellicanò, si udiva l’urlo di una vera e propria esultanza.

I “fossatesi nel mondo”, ancora una volta, hanno dato prova di attaccamento all’identità culturale e alle tradizioni presentando il gioco praticato sin dai tempi dei greci e dei romani.

Nel piazzale dove è stato ospitato lo stand tantissimi i visitatori fermi ad assistere al gioco e tanti a voler provare in prima persona.

Entusiasmo ed amicizia si sono unite, dice Pellicanò per fare della nostra presenza a Verona un vero e proprio arricchimento culturale vicendevole. “Siamo riusciti a far giocare oltre tremila persona, dice il presidente, c’erano adulti ma anche giovani capaci di regalarci speranza”.

E la speranza è quella di far si che le tradizioni non si perdano, che la storia e le radici rimangano ancorate salde nel terreno dell’umanità.

Poi, amareggiato esclama: “noi cerchiamo di mantenere viva la tradizione ma le istituzioni non sono di aiuto. Nel passato abbiamo chiesto sostegno al Comune di Montebello Jonico, Città Metropolitana e Regione Calabria ma nessuno ci ha degnato di mezza risposta. Così, dopo del 2020, abbiamo deciso di non sprecare carta”.

Vincenzo Malacrinò

pubblicato sulla Gazzetta del Sud

 

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